Tempo di lettura stimato: 3 minuti – Data ultimo aggiornamento: 13/06/2020
I traumi dentari sono molto frequenti nei bambini, con maggior incidenza nei maschietti (spesso più scalmanati e imprudenti delle femminucce nei giochi e nello sport). I denti più colpiti sono gli incisivi anteriori superiori decidui e permanenti che, in particolare in presenza di malocclusioni come morso aperto o aumentato overjet, risultano particolarmente esposti all’esterno in caso di cadute o colpi.
Cosa fare in caso di trauma dentale?
È importante che i genitori sappiano come gestire eventuali situazioni di trauma dentale, così che, collaborando col dentista, si tenti di salvare o quantomeno ridurre al minimo i danni legati al dentino traumatizzato. Per prima cosa, è necessario disinfettare con acqua ossigenata eventuali ferite di labbra o cute e applicare del ghiaccio. Poi verificare se il dente sia, eventualmente, fratturato o assente nel cavo orale.
- Frattura dentaria: laddove possibile, provare a cercare il frammento caduto e conservarlo preferibilmente in soluzione fisiologica o in latte a lunga conservazione, in modo da mantenerlo idratato. In mancanza di entrambi, il bambino potrebbe conservare il frammento in bocca (immerso in saliva), mentre ci si reca subito dal dentista. Quest’ultimo proverà a re-incollare il frammento del dente stesso del paziente. Ciò risulta spesso più vantaggioso rispetto all’utilizzo di materiali compositi da ricostruzione, sia in termini di adesione che di risultato estetico. Attenzione: se dal dente spezzato spunta una piccola gocciolina di sangue o diventa molto sensibile applicare una pallina di cotone con un analgesico in gocce, per favorire l’emostasi. In questo caso, è stata esposta la polpa del dente e, probabilmente, quest’ultimo necessiterà di essere devitalizzato.
- Il dente è assente nel cavo orale: in tal caso, potrebbe essere caduto per intero oppure potrebbe essere rimasto intruso nei tessuti gengivali o nelle mucose del paziente.
Nel primo caso, se il dente perso è un permanente, l’ideale sarebbe il reimpianto immediato del dente da parte di un genitore: trovare il dente e, dopo aver deterso con soluzione fisiologica o collutorio a base di clorexidina (Curasept) sia il dente che l’alveolo rimasto vuoto (quest’ultimo con una garzina, per rimuovere eventuali corpi estranei o coaguli), riposizionare con attenzione il dente nella sua sede e chiedere al bambino di mantenerlo fermo in posizione con due dita pulite, finché non si raggiunge il dentista, che bloccherà il dente in sede con uno splintaggio. Se non si riesce a riposizionare il dente, mantenerlo idratato come detto sopra. Quanto più è immediato il riposizionamento del dente perso, più aumentano le possibilità che il reimpianto attecchisca, in quanto le cellule del legamento parodontale e della corticale ossea sono ancora vitali entro 30 minuti dall’avulsione. Già dopo 60 minuti, se il dente non è mantenuto idratato, inizia ad avvenire la necrosi cellulare e il reimpianto potrebbe esitare in anchilosi o riassorbimento della radice. Ma se il dente perso non si trova da nessuna parte? Controllare con attenzione lo stato di gengiva e mucose del bambino e chiamare subito il dentista. Infatti se il dente è rimasto bloccato in questi tessuti va rimosso il prima possibile per evitare che provochi infezioni o che danneggi il germe del dente permanente sottostante (nel caso di un dente deciduo rimasto intruso nella gengiva). - Lussazione o sublussazione del dente: esistono una serie di situazioni intermedie in cui il dente può trovarsi dopo un trauma. In caso di sublussazione il dente è dolente, potrebbe avere una lieve mobilità ma non si è spostato dalla sua sede. Pertanto, basterà tranquillizzare il bambino e monitorare la situazione nel tempo. In caso di lussazione, invece, il dente è dolente, mobile e dislocato dalla sua sede. L’ideale sarebbe il pronto intervento di un genitore che riposiziona manualmente il dente nella sua sede: infatti, subito dopo il trauma, il bambino, a causa della scarica adrenalinica legata alla paura, sentirà poco o nessun dolore. In ogni caso, è bene consultare subito il dentista.
Ricordiamoci sempre che se anche un trauma non ha comportato gravi conseguenze nell’immediato vi può essere sempre la possibilità che un dente, che abbia subito un trauma, nel tempo possa diventare nero e perdere la sensibilità: a quel punto il dentista dovrà intervenire per devitalizzarlo.
È importante tenere a mente questi semplici ma utili consigli, vista l’imprevedibilità e irrequietezza dei nostri bambini!
Dott.ssa Cristina Papa
Medico Odontoiatra, specialista in Odontoiatria Pediatrica. Iscritta all’Ordine degli Odontoiatri con N° 3785 e membro di SIOI (Società Italiana di Odontoiatria Infantile). Si occupa di odontoiatria pediatrica, igiene, terapia conservativa, endodonzia, estrattiva, patologia orale e gnatologia. Autrice di articoli scientifici e poster divulgativi in collaborazione con l’Unità interdipartimentale di Odontoiatria Pediatrica dell’AOU Federico II di Napoli.