Tempo di lettura stimato: 3 minuti – Data ultimo aggiornamento: 26/04/2022
C. Papa¹ , I. Stanislao¹, S. Miro¹, M. Rauseo¹, T. Cantile¹, G.F. Ferrazzano², A. Ingenito¹
¹Dipartimento di Neuroscienze e Scienze Riproduttive e Odontostomatologiche
Scuola di Specializzazione in Odontoiatria Pediatrica, Università degli Studi di Napoli, “Federico II”, Napoli, Italia.
²Cattedra UNESCO “Educazione alla Salute e allo Sviluppo Sostenibile”
Sezione di Odontoiatria Pediatrica, Università degli Studi di Napoli, “Federico II”, Napoli, Italia.
OBIETTIVI
I traumi dentari nella popolazione pediatrica riconoscono quali principali fattori predisponenti over jet aumentato e incompetenza labiale. Ove sia presente anche disabilità cognitiva e psicomotoria, l’incidenza di tali traumi aumenta notevolmente, così come la difficoltà di realizzare un protocollo di riabilitazione adeguato.
La paziente (V.F., ♀, 16 anni), affetta da un grave ritardo cognitivo, a seguito di un trauma, avvenuto circa quattro anni prima, aveva perso gli elementi dentari 1.1 e 2.1 e soffriva di una gengivite acuta da accumulo di placca.
METODI
A causa delle sue condizioni sistemiche, la paziente è stata trattata in due sedute in anestesia generale. La prima volta è stata presa un’impronta del cavo orale ed è stata eseguita un’ablazione del tartaro. Mediante il modello in gesso sviluppato successivamente (Fig.1) è stato realizzato un Maryland bridge in resina pre-limato (Fig.2).
Durante la seconda seduta in anestesia generale, sono stati preparati slot di ritenzione palatali su 1.2 e 2.2 (Fig. 3 e 4), in modo da incrementare la superficie di adesione, e il Maryland bridge è stato cementato con materiale composito, dopo averlo ribasato (Fig.5).
RISULTATI
È stato eseguito un follow-up a 1,3 e 6 mesi e, infine, la paziente è stata rivalutata a un anno dalla riabilitazione protesica (Fig. 6). Malgrado la difficoltà nel mantenimento di una corretta igiene orale domiciliare in un’adolescente con disabilità, si è osservata una bio-integrazione del manufatto soddisfacente e dopo 1 anno non sono stati rilevati segni di decementazione o di carie secondarie.
CONCLUSIONI
La buona riuscita del presente caso clinico è legata all’associazione di competenze conservative, protesiche e parodontali.
Spesso, è necessario in odontoiatria pediatrica avere un approccio multidisciplinare, in particolare per la cura di pazienti “special needs”.
Bibliografia:
– MB Magno, P Nadelman, KF Leite, DM Ferreira, MM Pithon, LC Maia. Associations and risk factors for dental trauma: A systematic review of systematic reviews Community Dent Oral Epidemiol 2020 Dec;48(6):447-463.
– S Bagattoni, A Sadotti, G D’Alessandro, G Piana. Dental trauma in Italian children and adolescents with special health care needs. A cross sectional retrospective study. Eur J Paediatr Dent 2017 Mar;18(1):23-26.
Dott.ssa Cristina Papa
Medico Odontoiatra, specialista in Odontoiatria Pediatrica. Iscritta all’Ordine degli Odontoiatri con N° 3785 e membro di SIOI (Società Italiana di Odontoiatria Infantile). Si occupa di odontoiatria pediatrica, igiene, terapia conservativa, endodonzia, estrattiva, patologia orale e gnatologia. Autrice di articoli scientifici e poster divulgativi in collaborazione con l’Unità interdipartimentale di Odontoiatria Pediatrica dell’AOU Federico II di Napoli.