Tempo di lettura stimato: < 1 minuto – Data ultimo aggiornamento: 04/04/2020
L’uso del ciuccio è molto diffuso tra neonati e bambini di tutto il mondo, con una prevalenza stimata tra il 61 e il 90%.
Numerosi studi ritengono che il ciuccio fornisca un senso di confort e sicurezza; infatti, viene utilizzato soprattutto per calmare il pianto, per aumentare il benessere di bambino e genitori e per prevenire la suzione del pollice.
L’uso del ciuccio può essere un fattore positivo per lo sviluppo dell’apparato stomatognatico se usato dopo il primo mese di vita e fino ai 2 anni. Inoltre, le recenti linee guida Americane sul sonno sicuro e prevenzione della SIDS (Sudden Infant Death Syndrome – sindrome della morte in culla), raccomandano l’utilizzo del ciuccio nei primi mesi di vita nella fase di addormentamento del neonato.
Sebbene il meccanismo attraverso il quale agisca non è completamente chiarito, evidenze scientifiche riportano che aumenta la vigilanza durante il sonno, influisce sul controllo del sistema nervoso e cardiovascolare, mantiene la pervietà delle vie aeree durante il sonno, sia nei bambini a termine ma soprattutto nei nati pre-termine.
Attenzione: interrompere la suzione non nutritiva intorno al 2 anno di vita!
Infatti, numerosi studi dimostrano che la durata e la frequenza dell’uso del ciuccio può influenzare le caratteristiche e lo sviluppo delle arcate dentarie. Il persistere di tale abitudine viziata oltre i 4 anni è associata ad una maggiore incidenza di morso aperto, aumento dell’overjet, restringimento dell’arcata mascellare e crossbite posteriore.
Dott.ssa Cristina Papa
Medico Odontoiatra, specialista in Odontoiatria Pediatrica. Iscritta all’Ordine degli Odontoiatri con N° 3785 e membro di SIOI (Società Italiana di Odontoiatria Infantile). Si occupa di odontoiatria pediatrica, igiene, terapia conservativa, endodonzia, estrattiva, patologia orale e gnatologia. Autrice di articoli scientifici e poster divulgativi in collaborazione con l’Unità interdipartimentale di Odontoiatria Pediatrica dell’AOU Federico II di Napoli.