Tempo di lettura stimato: 4 minuti – Data ultimo aggiornamento: 09/09/2020
La salute del cavo orale delle persone con disabilità, ad oggi, costituisce un problema sociale, etico e sanitario ma è innanzitutto un diritto e come tale va tutelato.
Purtroppo, spesso, i genitori stessi di un bambino fragile, impegnati ad affrontare innumerevoli sfide quotidiane, tendono a sminuire l’importanza dei problemi odontoiatrici, richiedendo il trattamento dentario solo quando il paziente lamenta dolore. Ciò costringe l’odontoiatra ad eseguire un intervento di emergenza, spesso mutilante: l’estrazione dentaria. Prevenire invece la perdita dei denti giova innanzitutto alla masticazione, che a sua volta è essenziale per prevenire la malnutrizione e la resistenza alle infezioni.
È utile inoltre ad evitare al paziente grandi interventi di riabilitazione protesica, che non sarebbe in grado di sopportare, a causa di una riduzione della resistenza fisica o per la scarsa collaborazione. Mantenere i denti sani il più a lungo possibile nella sua bocca contribuisce, inoltre, a migliorare l’estetica e di conseguenza l’accettazione sociale.
Come l’odontoiatra contribuisce alla salute del cavo orale di un paziente disabile
L’odontoiatra e il suo staff possono dare un contributo importante al benessere e al valore personale di un paziente disabile, a partire da obiettivi ben precisi:
- motivare il paziente e colui che se ne occupa, alla prevenzione orale;
- sviluppare delle pratiche personalizzate per la cura personale del cavo orale;
- contribuire alla salute generale del paziente, poiché la salute orale ne è parte integrante.
Molti pazienti disabili con un grado di collaborazione accettabile possono essere curati in ambiente ambulatoriale in via del tutto sicura, sia per loro stessi sia per il professionista che li tratta. Pazienti che presentano invece un grado di collaborazione minore o del tutto assente potranno essere curati in regime di anestesia generale in ambiente ospedaliero. Questa possibilità, comunque, va sempre considerata come ultima opzione; la vera sfida consiste nel poterli curare in poltrona, provando ad attuare protocolli ad hoc semplici, efficaci e sicuri.
L’igiene orale domestica nei pazienti con disabilità
La gestione dell’igiene domiciliare dei pazienti con disabilità di tipo psico-cognitivo e motorio può essere difficile. Gli strumenti usuali potrebbero non essere validi o sufficienti e vanno trovate nuove soluzioni da adattare a ciascun paziente, istruendo e incentivando, per quanto possibile, il paziente stesso a metterle in pratica, magari con l’aiuto di un genitore. Infatti, lasciare che il soggetto impari ad essere autonomo nelle attività quotidiane di cura personale è importante per alimentare in lui i sentimenti di autostima e di raggiungimento dell’obiettivo, in modo da responsabilizzarlo e anche motivarlo maggiormente a intraprendere le cure odontoiatriche.
È chiaro che ogni condizione di disabilità presenta caratteristiche diverse e l’approccio all’igiene orale domestica deve essere adattato alle particolari esigenze di ogni singolo paziente. In generale, l’indicazione principale è quella all’utilizzo di uno spazzolino elettrico che, eseguendo movimenti in modo automatico, deve essere solo portato a contatto con tutte le superfici di ciascun dente.
Tuttavia, nei casi più complessi (pazienti con paraplegie o tetraplegie), anche il passaggio di garze imbevute di collutorio a base di clorexidina, tre volte al giorno, può essere valido per rimuovere i residui alimentari che tendono a stanziare sulle superfici dentarie.
La somministrazione di fluoro per via sistemica nei primi anni di vita può contribuire a rinforzare e proteggere gli elementi dentari in soggetti sindromici o con limitazioni funzionali importanti, purché sia eseguita previa consultazione con l’odontoiatra e il pediatra. Il fluoro, infatti, in alte dosi può risultare tossico e sedimentarsi a livello di ossa e denti, causando la fluorosi, discolorazione dentaria caratterizzata da macchie giallo-brunastre. Prima di prescrivere la somministrazione di fluoruri in gocce o pastiglie l’odontoiatra farà quindi un’attenta valutazione del paziente e un’analisi della quantità di fluoro che già assume nella dieta, attraverso il cibo e l’acqua che beve.
Studio Dentistico Paolo Papa: tecniche di approccio comportamentale per il benessere del paziente
Il dialogo con la famiglia del disabile è fondamentale non solo ai fini anamnestici ma anche per conoscere a fondo il paziente stesso e studiare insieme quali strategie adottare per riuscire ad instaurare un rapporto di fiducia reciproca e di serenità, indispensabile per la buona riuscita delle cure.
Svariate sono le tecniche di approccio comportamentale che mettiamo in atto presso il nostro Studio:
- Tell-show-do: consiste in una spiegazione preliminare del funzionamento dello strumentario e delle sensazioni che il paziente potrebbe sentire, con dimostrazione pratico-clinica.
- Distrazione: dopo la prima volta che il paziente apre la bocca lo si fa riposare per qualche secondo, facendolo parlare di un argomento che preferisce o mostrandogli video che lo tranquillizzano.
- Rinforzo positivo: al termine di una seduta ben riuscita o anche solo della visita, si incoraggia il paziente a ripetere il comportamento di collaborazione attraverso un piccolo premio o un elogio.
- Modelling: Vedere un genitore o un fratello che si fa curare sulla poltrona può stimolare il paziente a fare lo stesso.
Nel caso in cui queste modalità di approccio risultino insufficienti, lo Studio Papa offre la possibilità di cure in sedazione inalatoria con protossido d’azoto. Questa tecnica, permettendo al paziente in pochi minuti di rilassarsi sulla poltrona, pur restando vigile, con un ottimo rapporto costi-benefici, rappresenta una soluzione ideale in molti casi.
Ogni paziente con disabilità rappresenta un mondo a parte e ha il diritto di essere preso in cura nella sua unicità e complessità, con modalità di approccio e scelte terapeutiche individualizzate. Quello che teniamo a sottolineare è il Valore del disabile in quanto persona ed è per questo che l’approccio del professionista della salute deve essere improntato a fargli conoscere ed apprezzare il proprio corpo e accrescerne abilità e competenze mirate a prendersene cura nel migliore dei modi.
In quest’ottica, la prevenzione è l’arma più efficace perché avere una bocca sana significa migliorare di gran lunga la qualità della vita e delle relazioni sociali. Lo studio odontoiatrico può diventare così non solo un luogo di cura ma anche un’occasione di crescita personale e familiare e di acquisizione di nuove consapevolezze e capacità.
Dott.ssa Cristina Papa
Medico Odontoiatra, specialista in Odontoiatria Pediatrica. Iscritta all’Ordine degli Odontoiatri con N° 3785 e membro di SIOI (Società Italiana di Odontoiatria Infantile). Si occupa di odontoiatria pediatrica, igiene, terapia conservativa, endodonzia, estrattiva, patologia orale e gnatologia. Autrice di articoli scientifici e poster divulgativi in collaborazione con l’Unità interdipartimentale di Odontoiatria Pediatrica dell’AOU Federico II di Napoli.